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Rassegna Stampa

Gazzetta del Sud

(Venerdì 29 gennaio 1999)

Trentadue anni fa sulle nevi di Gambarie morivano tre persone
Una tragedia non dimenticata
Riccardo Virdia perì per soccorrere altri sciatori

Trentadue anni fa, il 29 gennaio del 1967, perivano sulle nevi di Gambarie d'Aspromonte per un incidente causato dalla neve ghiacciata, due giovanissimi appassionati di sport invernali, Valerio Marchesani, 16 anni, di Reggio, e Fausto Rosa, 13 anni di Messina. A poche ore dal loro decesso, moriva anche Riccardo Virdia, 46 anni, vice presidente del Club alpino, lanciatosi coraggiosamente a prestare soccorso ai due ragazzi finiti fuori pista. Fausto e Valerio, appartenenti a notissime famiglie di professionisti delle due città, erano precipitati in un burrone accanto alla pista, e Riccardo Virdia, avvertito del gravissimo incidente, si lanciò con i suoi sci a prestare aiuto ai due sfortunati ragazzi. Quella mattina, di domenica, che le cronache del tempo ricordano soleggiata, era in programma a Gambarie una prova di slalom, organizzata dallo Sci - Cai di Reggio, e numerosi risultavano gli iscritti alla gara. Ci si apprestava a chiudere parzialmente la pista, e gli ultimi sciatori rimasti in cima al monte Scirocco, tra cui le vittime, si preparavano a raggiungere la base di partenza della funivia. A metà discesa, improvvisa e crudele, la tragedia. Sull'invisibile lastrone di ghiaccio finiscono Fausto, Valerio ed altre sei persone (che riporteranno gravissime fratture). Nessuno, per lunghissimi minuti, riesce a dare l'allarme. Quanto sia grave la situazione, lo grideranno gli altri sciatori scampati miracolosamente al pericolo, che riescono a guadagnare la base di partenza. Tra i primi a correre in aiuto degli sfortunati ragazzi, proprio Riccardo Virdia, ricordato per la sua straordinaria umanità e la grande passione sportiva. La sua corsa generosa si concluse tra i faggi del vallone "S. Pietro", dove venne raccolto ancora vivo, ma col corpo segnato da gravissime ferite. Tra i primi a prestargli aiuto, Peppino Mavilla e il dr. Cinelli (anch'egli scomparso alcuni anni fa), chirurgo dell'Istituto Ortopedico, che lo trasportano in ospedale. Durante il tragitto, le condizioni di Riccardo Virdia appaiono disperate. A Reggio rimane ricoverato alcune ore, per essere trasferito durante la notte a Messina. La sua forte fibra resisterà ancora per poco tempo. Poi, la fine. Il suo ricordo, ancora vivissimo, tenuto acceso dal dolore e anche dal rimpianto di chi lo ha conosciuto, resterà nella memoria collettiva di Reggio e degli appassionati della montagna aspromontana, verso cui Riccardo Virdia dedicava uno straordinario impegno. Una messa in suo ricordo sarà celebrata oggi alle ore 17,30 presso la Chiesa di Sant'Agostino. Come cronisti, rileggendo i servizi che il nostro giornale dedicò al fatale avvenimento, siamo stati colpiti dal tenore di un telegramma che la sezione del Cai inviò quel giorno al Presidente provinciale dell'Ente Turismo, ove, tra l'altro, si legge: “Voglia la signoria vostra considerare la grave sciagura di Gambarie motivata anche dall'assoluta mancanza di orientamento e di sorveglianza dei dilettanti e dei turisti forestieri...”. Molte cose sono da allora cambiate in positivo, ma Gambarie d'Aspromonte, ancora oggi, date le sue straordinarie potenzialità, stenta a trovare il passo giusto in direzione di un vero rilancio turistico che possa rispondere appieno alle esigenze della popolazione delle due sponde dello Stretto.

Filippo Diano
 

 

             
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