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Reggio Calabria

Reggio Calabria, l'unica città al mondo dove cresce la pianta del bergamotto, sorge sulla sponda orientale dello Stretto di Messina alle pendici dell'Aspromonte e occupa una posizione straordinariamente panoramica. È la città più grande della Calabria e la più importante per storia e cultura. Ha ricoperto il ruolo di capoluogo regionale fino al 1970, allorquando il Governo con un gesto sconsiderato assegnò la leadership regionale alla città di Catanzaro, vane furono le proteste degli abitanti di Reggio che sfociarono in una vera e propria rivolta popolare per rivendicare i propri diritti conquistati in 2700 anni di storia gloriosa.

Secondo una leggenda Reggio sarebbe stata fondata dopo il diluvio universale da Aschenez, pronipote di Noè; in realtà sorse ad opera di un gruppo di coloni calcidesi che nella seconda metà dell'VIII secolo a.C. fondarono Ρήγιον (Reghion), la più antica colonia greca della Calabria, in posizione strategica per il controllo della rotta che collegava l'oriente e l'occidente. L'origine della città è analoga a quella delle città calcidesi della Sicilia, in particolare di Zancle, l'odierna Messina. Reghion ebbe a soffrire lotte intestine a cui mise fine la costituzione aristocratica del leggendario Caronda sotto la quale la città visse ordinatamente per due secoli. Fatta prospera dalla sua posizione geografica, punto d'incontro di vasti commerci, Reghion estese il suo dominio lungo le due coste dello Stretto.

Nel 494 a.C. allorché la città era turbata dalle vicende legate alla conquista persiana della Ionia, alla caduta di Sibari e alle lotte di Cuma contro gli Etruschi, si insignorì di Reghion l'autocrate Anassilao. Questi, impadronitosi di Zancle e fortificato Scilla, nel 480 a.C. fu coinvolto nella sconfitta subita a Imera dai Cartaginesi, che egli aveva chiamato in aiuto per contrastare le ambizioni dei tiranni siculi; dovette quindi sottomettersi a Siracusa. Morto Anassilao nel 476 a.C., tenne il potere per i suoi figli minorenni Micito, sotto cui Reghion, alleata con Taranto, subì dagli Iapigi una dura sconfitta (471 a.C.). I figli di Anassilao furono cacciati nel 461 a.C. dopo sei anni di governo. Coinvolta nella guerra peloponnesiaca, Reghion, partigiana di Atene, fu in lotta con Locri che era alleata di Sparta. Neutrale nella guerra fra Atene e Siracusa, Reghion mosse poi contro quest'ultima per frenare le mire ambiziose di Dionigi I di Siracusa, ma fu sconfitta sull'Elleporo nel 387 a.C. e presa d'assedio, espugnata e smantellata. Venne restaurata da Dionigi II, che le cambiò il nome da Reghion in Febea; nel 351 a.C. si liberò da Siracusa. Nel 282 a.C. Reggio chiese contro i Bruzi l'aiuto dei Romani, che vi inviarono un presidio di quattromila campani, i quali però nel 280 a.C., durante le guerre contro Pirro, se ne impadronirono costituendo uno Stato indipendente. Nel 270 a.C. Roma la rioccupò dandole il nome di Rhegium, e questa divenne poi città federata e nell'89 a.C. municipio Romano; sotto l'impero conservò a lungo la lingua e i caratteri greci e fu salvata dalla generale decadenza che colpì la regione grazie alla sua posizione favorevole.

Nel 410 d.C. Alarico giunse a Reggio e la devastò; nel 549 se ne impadronì Totila, più tardi i Bizantini; nella seconda metà del IX secolo sotto l'imperatore d'Oriente Basilio I la sede vescovile di Reggio, esistente già nel VI secolo, fu eretta a metropoli dei possessi bizantini nell'Italia meridionale; soggetta successivamente ai Saraceni, ai Longobardi e ancora ai Bizantini, nel 1060 cadde in potere di Roberto il Guiscardo. Legata a Messina e alla Sicilia orientale da comuni interessi commerciali, Reggio partecipò alle rivolte antiangioine dei Vespri siciliani nel 1282 e appoggiò gli Aragonesi nella successiva guerra del Vespro.

Assegnata agli Angioini di Napoli nella pace di Caltabellotta nel 1302 ebbe, nonostante la rivolta del 1319, ampie prerogative e libertà comunali. Nel corso del XVI secolo, durante la dominazione spagnola, Reggio fu vittima di varie incursioni barbaresche; in seguito ad esse e per le epidemie e l'oppressivo fiscalismo entrò in un periodo di decadenza. Nel 1808 fu occupata dal generale francese Reyner e concessa in ducato da Napoleone al generale Oudinot. Nel 1847 insorse contro il governo borbonico; fu conquistata dai garibaldini il 20 agosto del 1860.
Purtroppo le tracce della storia sono poco visibili in città per via dei numerosi terremoti che l'hanno più volte rasa al suolo, i più terribili quello del 1783 e quello del 1908.
La città si estende lungo la costa e si inerpica sulle colline preaspromontane, a Nord, nell'area del Parco Pentimele, ha ampi spazi e impianti ricreativi, espositivi e sportivi, due su tutti: il Palapentimele e il Circolo del Tennis Rocco Polimeni. Il Palapentimele, con i suoi 9000 posti  è uno dei più grandi palazzi dello sport italiani, ed è stato il teatro delle partite della Viola Basket Reggio Calabria, che per più di vent'anni ha militato in Serie A, ma ha anche ospitato grandi eventi sportivi e musicali, e ha visto conquistare lo scudetto, la Coppa Italia e la Coppa Cev alle ragazze della Medinex, squadra che ha militato nel campionato di pallavolo femminile di Serie A1 per lunghi anni prima di scomparire nel 2002 a causa di un fallimento finanziario.
Poi c'è l'area portuale, quindi il centro storico delimitato dalle fiumare Annunziata e Calopinace con i suoi edifici in stile liberty, gli uffici amministrativi, e fra l'altro la sede del Consiglio Regionale della Calabria, il Museo Nazionale della Magna Grecia la Stazione Ferroviaria. A Sud c'è l'Aeroporto dello Stretto "Tito Minniti" che oltre a servire l'utenza reggina serve anche quella messinese, in quanto in Sicilia gli unici due aeroporti sono situati uno a Catania e l'altro a Palermo. Inoltre vi è un'altra area con numerosi impianti sportivi, la piscina comunale, lo stadio di baseball, il Palazzetto dello Sport di Largo Botteghelle, il Palazzetto dello Sport "Scatolone", il "Pianeta Viola", una grande struttura per gli allenamenti della Viola Basket sul modello dei college americani, il Centro Sportivo "Sant'Agata" con i suoi numerosi campi di calcio per gli allenamenti della Reggina e soprattutto lo Stadio "Oreste Granillo" che ospita le partite casalinghe della Reggina che ha militato per nove stagioni in serie A.
Tornando al centro storico, merita una menzione particolare il Lungomare, che fra i suoi più grandi estimatori novera Gabriele D'Annunzio che lo definì "il più bel chilometro d'Italia", famoso per la sua bellezza espressa dalla lussureggiante flora con piante d'alto fusto tra le quali trionfano le palme e le magnolie, vi sono i ruderi della cinta muraria greca del VI secolo a.C., i resti delle terme romane con i pavimenti musivi a tessere bianche e nere. Da qui, come del resto in tutta la città, si gode di una magnifica vista sullo stretto con sullo sfondo la particolare cima dell'Etna imbiancata dalla neve per diversi mesi all'anno e quasi sempre fumante. Nei pressi del Lungomare la Villa Comunale "Umberto I", ricca di piante e di monumenti, a ridosso del lungomare invece si estende per tutta la costa il Lido Comunale, unico esempio in Italia di stabilimento balneare in pieno centro storico. A poche decine di metri dall'ingresso del Lido sorge a Piazza De Nava il Palazzo Piacentini, sede del Museo Nazionale della Magna Grecia.

Si tratta di una struttura museale di eccezionale interesse non solo per la specializzazione sulla Magna Grecia, ma anche per le importanti sezioni preistoriche e protostoriche e per la ricca pinacoteca con opere di Mattia Preti e Antonello Da Messina. Tra i reperti più importanti ricordiamo i Dioscuri a Cavallo, provenienti dagli scavi di Locri, le tavolette del tempio di Zeus, anch'esse da Locri, le cospicue collezioni di specchi in bronzo e di ceramiche, sempre da Locri, le testine in terracotta provenienti da Medma, la splendida testa in marmo di Apollo Aleo da Crimissa (Cirò Marina) del 470 a.C. Vi sono poi le ricchissime collezioni di monete e i noti pinakes, tavolette in argilla realizzate con stampi e poi ritoccate a mano, utilizzate dagli antichi locresi come ex voto per la dea Persefone.

Ma i più prestigiosi reperti ospitati dal museo sono i famosissimi Bronzi di Riace, che furono rinvenuti casualmente da un sub nel Mar Ionio nei pressi di Riace. I due bronzi, secondo alcuni databili intorno alla metà del V secolo a.C. sono alti due metri e costituiscono il più interessante esempio d'arte bronzistica ellenica. Nella sala dei bronzi è ospitata anche la Testa del Filosofo, considerata capolavoro della ritrattistica antica, rinvenuta in un relitto sul fondale di Porticello a Villa San Giovanni. Da segnalare inoltre al centro storico il Castello aragonese del XVI secolo che conserva ancora intatti due torrioni e, nella stessa piazza sulla quale insiste il castello, la chiesa degli Ottimati; nella zona alta del centro storico a ridosso del Parco Fiamma campeggiano i resti della cinta muraria greca del VI secolo a.C.
A soli 33 Km dal centro storico di Reggio, si trova la stazione turistica invernale Gambarie d'Aspromonte (1300 m s.l.m.) che offre un comprensorio sciistico con più di dieci chilometri di piste (che va da 1350 m s.l.m. a 1955 m s.l.m.) dalle quali si può ammirare l'incantevole scenario dello stretto con l'Etna e le Isole Eolie.

 

             
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