Reggio città d'arte? No, delle incompiute!
Vorrei esternare il mio parere in merito al dibattito Reggio città d'arte, sviluppatosi nei giorni scorsi in città.
Ben venga l'appellativo "città d'arte" per una città come Reggio Calabria, ma soltanto se agirà da sprone su tutte le forze pubbliche e private a far sì che nel più breve tempo possibile
Reggio diventi veramente una città d'arte, anche soprattutto sfruttando la serie di sovvenzioni che comporta l'attribuzione di tale titolo.
Argomentando il mio discorso aristotelicamente, Reggio Calabria in potenza meriterebbe tale titolo per la sua posizione geografica e per i suoi trascorsi storici che la videro fondata dai coloni
calcidesi nell' VIII secolo a.C. sulle rive di quello Stretto, cantato dal sommo Omero, scenario naturale del mito di Scilla e Cariddi. Ma in atto non merita affatto il titolo di "città d'arte",
bensì le calza a pennello l'appellativo "città delle incompiute", a suffragarlo basta ricordare i tanti palazzi (spesso abusivi) che, dopo essere stati eretti, non vengono rifiniti, lasciando in
bella mostra i mattoni e i pilastri; e anche la mancanza di cura verso i siti d'arte, fulgido esempio ci viene offerto dall'area archeologica dove sorgeva l'acropoli della città, nella quale è stata
costruita una copertura metallica di dubbio gusto estetico, ma intorno alla quale è sorto un grazioso parco di verde attrezzato; bene, dopo l'inaugurazione ad opera dell'Amministrazione comunale
durante la recente campagna elettorale, adesso il sito, non essendo gestito da nessuno, non solo non risulta fruibile ai cittadini, che lo vorrebbero visitare, ma per di più è in balia dei vandali
che hanno iniziato a prendere di mira i lampioni.
A definire un'opera d'arte concorre ogni minimo particolare, che le fa guadagnare quel peculiare sostrato che la caratterizza; il Dr. Micheal Colgan, insigne scienziato americano, sosteneva: "non
credere mai di non aver tempo sufficiente da dedicare ai dettagli, che sono essenziali per eccellere", purtroppo a Reggio manca proprio la cura del particolare, per cui in sostanza non può essere una
città d'arte, pur rimanendo sul piano generale una bellissima città.
Saverio Gerardis
|