(Mercoledì 26 maggio 2004)
Pallacanestro Gli appassionati tutti concordi nel riconoscere i grandi meriti del presidente Silipo. Bacchettate agli Enti locali
«La Viola è un patrimonio della città»
REGGIO CALABRIA – La parola ai tifosi, parte seconda. Dopo il tifo organizzato è la volta degli abbonati, giovani e meno giovani, accomunati comunque da una passione
datata un ventennio o poco più. Scusate se è poco.
Iniziamo con i baffi più conosciuti da arbitri e giocatori avversari. Il dott. Gino Trapasso, abbonato di lungo corso (22 anni), che ricorda il suo “esordio” allo Scatolone: «con Mark Campanaro che
uscendo dagli spogliatoi si fece dare un pallone e segnò da 25 metri».
Dal passato al presente, parlando di futuro: «Credo che ci sia una certa schiarita finalmente, specialmente se questi benedetti Enti fossero più puntuali. Non capisco perché non diano soldi già
previsti in bilancio: per noi tifosi abituati da lustri a questi palcoscenici, sarebbe una iattura rinunciarvi. Quest'anno, nonostante notevoli sforzi, questa dirigenza è stata penalizzata; in altri
tempi, dopo il colpaccio a Roma, avremmo avuto settemila spettatori. Si dovrà investire sulla fiducia della gente. Favorevole alla gestione del Pentimele al club, come avviene per buona parte delle
società di serie A; forse l'esperienza Barbaro deve servire per ripetere quello slancio d'entusiasmo, quello scossone avuto con l'avvento di Myers, che produsse ben tremila abbonati in pochi giorni.
Ho fiducia in Silipo e, da vero tifoso della Viola, gli sono grato per quanto sta facendo».
Il radiologo Nicola Martino, abbonato di curva, punta l'indice: «Ormai fare basket al Sud è impossibile: gli imprenditori investono soldi a perdere; le istituzioni promettono contributi che non
danno. La squadra e i tifosi meriterebbero più rispetto e continuità progettuale».
Un ex-giocatore delle serie minori, rincara la dose, lasciandosi anche andare ad un consuntivo della stagione: «È stato un campionato a singhiozzo – sostiene Luigi Nicosia – che, se condotto senza
gli alti e bassi della prima fase, avrebbe visto la nostra squadra lottare per il sesto/settimo posto. L'opera di Lardo è stata importante, anche se a risultare decisivi sono stati il ritorno di
Eubanks, la maturazione di Eze e la continuità di Mazzarino e Fajardo, giocatori che incarnano a pieno lo spirito Viola. Una scommessa vinta quella di Blanchard, che potrebbe risultare determinante
in futuro. Mi sembra di vedere un certo atteggiamento ostile degli Enti, ma non capisco le motivazioni perché è impossibile che non comprendano il reale valore che la Viola ha per la città e gli
amanti di questo sport in Calabria».
Arriva anche una proposta: «E se la Viola diventasse dei reggini? Potrebbe essere un modo per riportare finalmente la gente al palasport e affiancare Silipo nella gestione del club. Sarà pure
un'utopia, ma chi ama la Viola non può permettere che muoia».
La palla passa a Saverio Gerardis, presidente del Kiwanis Junior: «Anche quest'anno abbiamo vissuto una stagione esaltante, di grande basket, grazie all'impegno profuso ormai da tre anni da Silipo,
cui vanno i mie ringraziamenti da tifoso. Tante partite vinte alla grande, un solo rammarico: la retrocessione di Messina e i mancati playoff. Riconfermerei tutti i giocatori, con Lino Lardo. Due nei
da rimuovere: la scarsa affluenza di pubblico e il comportamento di Regione e Provincia».
Non può che chiudere uno dei tifosi-simbolo della Viola, grande conoscitore della pallacanestro: Tiberio La Camera, abbonato dall'83 quando l'allora Piero Viola era griffata Banca Popolare. «Parto da
un presupposto impopolare: le società professionistiche non devono avere assistenza dagli enti, però il settore giovanile della Viola va incentivato per il ruolo sociale che riveste (450 ragazzi,
ndc) e le Istituzioni ne devono tenere conto».
Valerio Chinè
|